fbpx

Culturalia di Norma Waltmann / Ufficio stampa e comunicazione d’arte e cultura

Cerca

Maison laviniaturra presenta “FORME DI ADATTAMENTO. Dal mondo vegetale a quello antropico”, la nuova mostra di Gloria Campriani a cura di Maurizio Vanni

Maison laviniaturra, Via dei Sabbioni 9, Bologna
Dal 19 settembre al 17 novembre 2024

Nella lotta che il genere umano ha intrapreso per salvare quella natura che ha pesantemente alterato con uno sfruttamento scellerato a fini economici, la natura stessa è preziosa alleata: basti pensare che negli ultimi dodici anni ha assorbito oltre il 50% delle emissioni di anidride carbonica prodotta dall’attività antropica. Il riscaldamento globale, ormai prossimo alla soglia del pericolosissimo aumento di 1,5 °C, è stato comunque inferiore a quello previsto grazie all’aiuto dei sistemi naturali. Salvare il nostro pianeta significa, perciò, anche mantenere in vita una preziosissima alleata che assorbe carbonio: la natura rallenta il riscaldamento globale e protegge l’umanità da impatti molto più gravi.

Alcuni ecosistemi naturali – piante, foreste, oceani, ecc. – hanno il potere di ridurre le emissioni e aiutare le comunità ad essere più resilienti: oltre a mitigare i cambiamenti climatici, contribuiscono alla filtrazione dell’acqua, proteggono dalle inondazioni, riducono i rischi legati a eventi meteo estremi e disastri naturali, migliorano la qualità dei terreni, tutelano la biodiversità e difendono dalle pandemie.

La salute dell’uomo dipende dalla natura. Da una parte sollecita il piacere emotivo legato ai meravigliosi scenari che accolgono e cadenzano la nostra esistenza con una bellezza ineguagliabile da ogni punto di vista; dall’altra protegge il genere umano da se stesso, da atteggiamenti che minacciano la propria esistenza. La bellezza (della natura) può ancora salvare il mondo, a patto che il genere umano salvi prima se stesso. “Ho scoperto, che alcuni ragni – scrive Gloria Campriani – utilizzano lo stesso schema che uso anche io nella realizzazione di alcune “tessiture”, la differenza è solo una questione di precisione, di cui solo la natura è capace. Sinceramente non ambisco a questa perfezione, ma una cosa è certa, dalla buona osservazione della natura troviamo tutto quello che ci serve”.

La natura cerca di difendersi dai cambiamenti climatici: ad esempio, la barriera corallina produce una sostanza chimica in grado di raffreddare il “clima locale” in cui si trova questo ecosistema. Una sostanza che aumenta la produzione delle nuvole nelle immediate vicinanze del corallo, quindi più piogge e acque oceaniche più fredde. Sono diverse, invece, le specie vegetali che stanno migrando verso maggiori latitudini e altitudini in cerca di un clima più favorevole.

In generale, gli alberi hanno sempre avuto un alto grado di resilienza e hanno provveduto al rallentamento fisiologico della crescita per avere più tempo per procurarsi nutrimento dalla terra e dall’acqua, al movimento fogliare legato all’alternarsi del giorno e della notte (foglie inclinate parallele ai raggi del sole) e all’ispessimento delle foglie proteggendole con strati cerosi, ma adesso le variazioni climatiche sono talmente repentine che non riescono come dovrebbero.

Le piante sviluppano una grande varietà di strategie per attirare gli impollinatori, come la produzione di nettare, colori brillanti e profumi inebrianti e invitanti. Gli stessi impollinatori – api, farfalle e uccelli – hanno evoluto adattamenti specifici per raccogliere il polline e trasferirlo da un fiore a un altro. Alcuni fiori, dalla conformazione a forma di piattino con il polline esposto, a causa dell’innalzamento delle temperature, sono costretti ad aumentare continuamente i pigmenti per assorbire i raggi ultravioletti, garantendo la funzionalità del polline. Per gli insetti impollinatori, purtroppo, queste variazioni non sono così attraenti e nonostante il meccanismo di difesa renda i colori perfino più brillanti, il declino degli impollinatori sta mettendo in crisi l’ecosistema.

 

Proposta artistica

La proposta artistica è divisa in tre momenti ben definiti, gli uni complementari agli altri:

  • Un progetto installativo site specificdi Gloria Campriani che coinvolgerà il giardino, il portico e parte del salone d’ingresso dell’atelier. “Il progetto parte dall’osservazione di questi fenomeni ambientali – scrive Gloria Campriani – per trasferire forme di adattamento dal mondo vegetale a quello antropico. Le opere che ne scaturiscono sono strutturate con materiali di riciclo, rielaborati, riannodati, riutilizzati e modificati di nuovo per la trasformazione definitiva, disponibili ancora per soddisfare i nostri bisogni temporanei. I colori utilizzati sono luminosi e contrastano fortemente fra di loro per essere più attraenti. I fragili steli si sono sostituiti con rami possenti e attorcigliati per resistere ai forti venti e/o alle intemperie. Dondolano appesi verticalmente, mentre esibiscono i loro ampi piatti, che sono anche trappole per insetti. Apparentemente luminosi e accoglienti, gli ampi spazi colorati, sono pericolosi per animali non desiderati. Si penzolano a coppia e annodati. Paradossalmente la ‘bellezza’ di questi fiori non è sinonimo di salute ma di disagio e si sviluppa attraverso un meccanismo di difesa. L’evoluzione della specie darwiniana avviene attraverso la lotta per la vita e l’artista non fa altro che osservare la realtà per fare delle eventuali proiezioni future”.
  • Una parte verbale, condotta e disciplinata dal curatore Maurizio Vanni, specialista del rapporto cultura, musei e sostenibilità e di Biomuseologia, che prenderà consistenza con un’introduzione sul rapporto “Arte, moda e sviluppo sostenibile” e con un talk show che approfondirà, a livello interdisciplinare, le questioni legate alla coscienza ambientale e alla consapevolezza ecologica, con l’intervento della stessa artista Gloria Campriani, della “padrona di casa” Lavinia Turra, del violinista (…)e dell’attrice Tita Ruggeri. “L’instabilità che si avverte sia nei fenomeni ambientali – scrive Gloria Campriani – sia nei conflitti violenti fra nazioni porta a un aumento di disagi che, se non verbalizzati e condivisi, implodono in rabbie compresse e comportamenti antisociali. La contemporaneità ci richiede sicuramente una forte flessibilità mentale per non subire un indebolimento psicofisico che ci potrebbe portare a patologie croniche. In teoria, dovremmo essere sempre capaci di rivedere, in ogni momento, il nostro percorso che può anche essere sinonimo di un vero e proprio cambiamento di vita”. “La psicologia ambientale – scrive Maurizio Vanni – è la disciplina che studia la relazione tra le persone e l’ambiente, che indaga la risposta emotiva degli individui nei confronti del cambiamento climatico e della transizione energetica. La sfida ambientale si può vincere anche partendo dalle buone abitudini, facendo entrare la sostenibilità ecologica nel nostro stile di vita e condividendo con gli altri la coscienza ambientale”.
  • Una live performance, ideata e realizzata da Gloria Campriani che coinvolgerà il pubblico, emotivamente e fisicamente, in azioni fortemente simboliche ed evocative. “Nella performance intitolata ‘Nuovi equilibri– scrive Gloria Campriani – metto in evidenza le tensioni, la fatica, le difficoltà, la rabbia, che incontro durante il mio percorso e che mi impediscono, insieme allo ‘strumento’ instabile, con cui mi muovo, il raggiungimento di un equilibrio che sembra impossibile da ottenere. I conflitti che si generano durante il tragitto, anche di natura pratica, fra l’interno e l’esterno di una ‘vecchia carcassa’, non ti permettono di andare avanti. Io ondeggio come se fossi una barca in mezzo al mare mi spingo da una parte all’altra perché non ho abbastanza spazio all’interno. La struttura della ‘scultura’, con cui mi muovo e che mi ospita e contemporaneamente mi protegge è così instabile che mi impedisce di raggiungere l’insperato. Vacillo ma non mollo”.

Sei interessato alla promozione e comunicazione del tuo evento, mostra o progetto?

Compila il modulo di contatto descrivendo la tua richiesta.

Oppure contattaci telefonando al numero:

Torna in alto