Tra il Grand Canyon in Arizona e le montagne austriache degli Alti Tauri, l’artista Annamaria Gelmi definisce nitidamente un suo preciso tracciato di ricerca dal significato tutto sommato universale. Da sempre conserva nello sguardo panorami variamente profilati di cime che chiudono a volte l´orizzonte, aprendolo altre volte a tratti alla vista, che può così sconfinare, oltrepassando quella barriera, alla ricerca di un oltre.
Il tema delle vette montuose assume quindi per la Gelmi valore universale di ricerca sul significato di confine e sull’importanza da attribuire alla linea-profilo; riflessioni, queste, che convogliate in significativi lavori, danno corso ad opere come il libro a quattro mani con Luigi Serravalli sul tema della Montagna– dell’artista sono le immagini correlate al testo – esposto alla Biennale di Venezia del 1995, e alla pubblicazione del suo minilibro Ski Line nel 2002, con l’editore d’arte Campanotto di Udine.
La mostra romana della Gelmi allo
Studio Arte Fuori Centro di Roma dà compiutezza alle sue riflessioni sulla barriera-montagna, di cui stravolge il principio correlatogli d’impedimento e di chiusura dell’orizzonte derivatone, superandolo dando al cielo consistenza e valori diversi rispetto a quelli più tradizionalmente normativi.
L’installazione modulare ideata dall’artista, nella sequenza di piccoli quadrati disposti sulla parete a diverse altezze, sulla sfalsatura tra l’uno e l’altro ricompone, ritagliando carte giapponesi, il profilo che sagoma e definisce il limite tra le cime delle montagne e il cielo. Ma in questa logica progettuale è al cielo che viene dato il valore di pieno dipingendolo d’azzurro sulle carte giapponesi: le montagne definite invece con il solo contorno lineare, invertendo il naturale rapporto pieno- vuoto con l’atmosfera intorno, divenute attraversabili poiché destituite della loro funzione di barriera, rendono così possibile la ricerca dell’oltre.
L’esposizione Profili curvi di Annamaria Gelmi si completa con il video”Skiline” realizzato con la collaborazione di Giorgio Salomon e Angelo Morandini proiettato a ciclo continuo, che mostra le montagne Dolomiti attraverso immagini dal significato coerente alla linea conduttrice di questo evento, e con un elemento scultoreo minimale, che essendo risolto unicamente da una linea plastica di ferro, propone anch’esso proiettato nello spazio, lo skiline delle montagne trentine di questa artista.
UFFICIO STAMPA CULTURALIA